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Francia, scoperta nuova variante: IHU arriva dal Camerun

Infettivologia Redazione DottNet | 04/01/2022 19:23

Presenta 46 mutazioni e viene definita una 'lontana parente' della Omicron che sta dominando la scena da circa un mese

In Francia, dove Omicron spinge l'ondatata dei contagi Covid, è stata individuata una nuova variante del Coronavirus che presenta 46 mutazioni e viene definita una 'lontana parente' della Omicron che sta dominando la scena da circa un mese. Finora sono stati identificati 12 casi a cominciare dal paziente zero, un viaggiatore proveniente dal Camerun. "L'abbiamo trovata a inizio dicembre dell'anno scorso in 12 pazienti della città di Forcalquier a un centinaio di chilometri da Marsiglia", ha detto il professor Philippe Colson a capo dell'unità che l'ha scoperta meno di un mese fa, ma "da allora non si è diffusa rapidamente", ha spiegato al Daily Mail.

"L'Oms non le ha ancora dato un nome, l'abbiamo chiamata IHU ed è stata depositata sulla rete di condivisione scientifica Gisaid con il nome B.1.640.2", ha proseguito, aggiungendo che a oggi in Francia è diffusa principalmente la Omicron. Il timore è che questa possa resistere maggiormente ai vaccini o essere ancora più virulenta delle precedenti.

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Secondo il paper redatto dai ricercatori, ancora non apparso su pubblicazioni scientifiche e diffuso parzialmente dal Daily Mail, la variante presenterebbe la mutazione E484K, associata ad una maggiore resistenza ai vaccini, e la mutazione N501Y - già vista nella variante Alfa - che secondo gli esperti potrebbe favorire una maggiore trasmissibilità. Per certi versi, secondo l'identikit, la nuova variante si presenterebbe come un 'lontano parente' di Omicron. "Le osservazioni mostrano ancora una volta l'imprevedibilità con cui emergono nuove varianti di Sars-CoV-2 e la loro provenienza dall'estero. Testimoniano la difficoltà di controllare il loro ingresso e la loro successiva diffusione", si legge nel paper.

Dall'analisi è emerso che la nuova variante B.1.640.2 è persino più mutata della Omicron, principale responsabile dell'attuale ondata di contagi. Sono state infatti rilevate, come detto, 46 mutazioni e 37 delezioni, con 30 sostituzioni di amminoacidi e 12 delezioni. Fra esse, 14 sostituzioni di amminoacidi e 9 delezioni si trovano sulla proteina S o Spike, il grimaldello biologico sfruttato dal coronavirus SARS-CoV-2 per legarsi alle cellule umane, rompere la parete cellulare, riversare all'interno l'RNA virale e avviare la replicazione, il meccanismo che determina la malattia (chiamata COVID-19). Il ceppo è “parente” della vecchia variante B.1.640.1, dalla quale differisce per 25 sostituzioni nucleotidiche e 33 delezioni.

Tra le sostituzioni di amminoacidi più significative di “IHU” rilevate dal professor Colson e colleghi, riporta Fanpage, vi sono la N501Y e la E484K, entrambe presenti in varianti di preoccupazione. La prima, identificata nella Alfa (ex inglese B.1.1.7) è stata associata a una maggiore contagiosità, mentre la seconda a una ridotta sensibilità agli anticorpi innescati dai vaccini. Il fatto che B.1.640.2 o “IHU” le contiene entrambe non significa automaticamente che essa sia più trasmissibile ed elusiva, anche perché combinazioni di mutazioni possono “annullarsi” o comunque essere poco vantaggiose per il patogeno. Il fatto che al momento è stata rilevata solo in pochi pazienti è sicuramente un dato significativo, considerando che il primo caso è stato segnalato circa un mese fa. Saranno comunque necessari ulteriori studi per determinare tutte le caratteristiche della variante e le potenziali minacce; solo allora l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) deciderà se metterla sotto la lente di ingrandimento o meno. Del resto esistono migliaia di lignaggi del coronavirus SARS-CoV-2, ma nella stragrande maggioranza dei casi il set di mutazioni non è significativo e non apporta particolari “benefici” al patogeno. I dettagli sulla nuova variante sono stati descritti nell'articolo “Emergence in Southern France of a new SARS-CoV-2 variant of probably Cameroonian origin harbouring both substitutions N501Y and E484K in the spike protein” caricato su MedrXiv, in attesa della revisione fra pari e la pubblicazione su una rivista scientifica.

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